Indipendentemente dal reddito familiare, gli scolari in pausa estiva consumano più zucchero, guardano più televisione, e mangiano meno verdure, rispetto al resto dell’anno, secondo i ricercatori della Mailman School of Public Health della Columbia University.
Questo è quanto si evidenzia dai risultati di una ricerca pubblicata sul Journal of School Health online e basata su dati provenienti da ragazzi degli Stati Uniti nei gradi 1-12 partecipanti allo studio di sorveglianza NAHNES (National Health and Nutrition Examination Survey 2003-2008). Il campione era costituito da 6.453 bambini e adolescenti, alcuni intervistati durante l’anno scolastico e gli altri durante una pausa scolastica.
Per stimare il consumo quotidiano di calorie, i ricercatori hanno selezionato tre principali misure dietetiche: totale delle calorie consumate al giorno, il numero di tazze di verdure consumate (porzioni), e i cucchiaini di zucchero aggiunti. Essi hanno inoltre confrontato i modelli dei tempi di attività fisica e dei tempi trascorsi davanti alla TV e le loro eventuali modifiche nel corso delle vacanze estive. I dati sono stati confrontati per le famiglie sopra e sotto il 185% della povertà, e per i criteri di idoneità a ricevere la refezione scolastica gratuita o a prezzo ridotto.
“Anche se i comportamenti legati alla promozione dell’obesità sono generalmente più comuni durante la pausa estiva, le differenze tra i gruppi di reddito non sono state aggravate durante la pausa estiva, ha detto Claire Y. Wang, professore in politica e gestione della salute e condirettore della Mailman School’s Obesity Prevention Initiative.
Tuttavia, secondo quanto raccomandato dalle linee guida del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, nel complesso, gli studenti di tutti i livelli scolastici e da famiglie di ogni livello di reddito, per tutto l’anno non hanno soddisfatto i livelli raccomandati di assunzione di verdura, il consumo di bevande zuccherate, e l’esercizio fisico, e hanno superato la quantità consigliata del tempo da trascorrere davanti alla TV.
In estate, i ragazzi, ogni giorno, hanno visto in media 20 minuti in più la televisione e consumato in media 1 bicchiere in più di bevande zuccherate durante la pausa estiva rispetto a quanto avviene durante l’anno scolastico. Nel complesso, l’esercizio fisico è stato sostanzialmente invariato: gli scolari erano fisicamente attivi cinque minuti in più, in media, di quanto non fossero a scuola.
Per gli studenti delle scuole superiori, tuttavia, l’attività fisica era significativamente superiore durante l’estate che durante l’anno scolastico, ma ancora al di sotto delle raccomandazioni governative standard. In particolare, quelli provenienti da famiglie a più alto reddito hanno partecipato a più attività moderata a vigorosa durante l’estate. Invece, le ragazze adolescenti appartenenti a famiglie a reddito inferiore sono risultate meno attive durante l’estate, con tempi molto inferiori dedicati all’esercizio fisico rispetto a quelli misurati durante l’anno scolastico.
“L’ambiente scolastico resta, dunque, essenziale per modellare una sana alimentazione e stili di vita attivi, e le scuole possono svolgere un ruolo fondamentale nella promozione di una salutare transizione dall’anno scolastico alle vacanze estive,” aggiunge il dottor Wang. “Vediamo dai nostri risultati la necessità di ulteriori sforzi per la prevenzione dell’obesità nelle scuole allo scopo di arrivare oltre la giornata scolastica e l’anno scolastico.”